Scegliere una pistola per l’omicidio non è stato troppo semplice. Innanzitutto è un argomento che era completamente alieno all’autore. In secondo luogo occorreva, per il gioco della vicenda, trovare un’arma che fosse sufficientemente credibile e rispondesse a certe caratteristiche.
La pistola con cui Carlo si spara in bocca doveva essere a tamburo. Rivoltella, si dice. Poi occorreva un modello e una marca che, almeno per ipotesi, si potesse trovare nel giro delle armi illegali.
L’autore ha navigato per giorni e, soprattutto, notti su internet. E’ passato su vari siti e blog che trattavano l’argomento, spulciando nei forum. Alla fine la scelta è caduta sulla Manurhin, un costruttore transalpino che fornisce le armi alle forze dell’ordine francesi. Non è dunque sicuro che sia una pistola che possa essere reperita al mercato nero ma, quanto meno, è plausibile.
Non solo.
Durante la documentazione l’autore, per forza di cose, si è fatto pure due nozioni di balistica. Tipo che il calibro 38 americano corrisponde al nove millimetri europeo. Come diceva Vincent Vega in un celebre film, è colpa del «sistema metrico decimale del cazzo».
Queste informazioni, e molte altre ancora, sono state utilizzate dall’autore per redigere l’intervento dell’esperto balistico e se, come è facile pensare, qualche appassionato avrà modo di storcere il naso, l’autore chiede preventivamente scusa.
Ché Cristiano Della Bella è più pratico di vinile a trentatré giri che non di armi da fuoco.
Ed è senz’altro meglio per tutti.
1 commento:
Apprezzo veramente come l'autore si sia documentato su un argomento come le armi, completamente estraneo anche a me, per scrivere questo libro e condivido appieno che il vinile è molto ma molto meglio, dato che anch'io ne posseggo tanti! "My arms your hearse" resta per fortuna solo un grandissimo album degli Opeth!
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