"Vangelo secondo Carlo", il primo romanzo di Cristiano Della Bella. Un velocissimo noir di blunottiana ispirazione. Tespi Editore.

lunedì 1 dicembre 2008

Quel ramo dell'editore di Roma


Tespi era quel ramo dell’editore di Roma che ancora stava dietro l’angolo. Nicola Pesce era diventato celebre nella pubblicazione di fumetti e l’idea di tentare la via letteraria era stata un autentico colpo di genio.

La via letteraria del Pesce si chiamò Tespi Editore.

Dunque, mentre don Abbondio su quel ramo del lago di Como ci trovò due bravi un poco cattivi, su quel ramo dell’editore di Roma don Della Bella incontrò un concorso per romanzi inediti finalizzati alla pubblicazione.

Partecipò.

Secondo i registri dell’archivio Dellabelliano, “Vangelo secondo Carlo” era in attesa di un’occasione propizia da nove mesi, ventidue giorni, tre ore e diciassette minuti. Senza indugiare oltre, perciò, l’opera fu spedita secondo le dettagliate procedure imposte dai regolamenti.

Nell’estate del 2008, sul sito di Tespi Editore, apparve una prima classifica in cui “Vangelo secondo Carlo” risultava incluso nella ristretta cerchia dei finalisti. Don Della Bella, lungi dal sobbalzare di gioia come un robottino tarato male, preferì trincerarsi dietro una pacata soddisfazione tra le virgolette aperte di un mai superato nichilismo.

«Vedremo», disse a sé stesso.

Chi verrà vedrà. Cristiano Della Bella venne, vide e, per chissà quale fortuita ma determinante congiunzione astrale, vinse. Era un disonesto pomeriggio di settembre, in cui l’autore registrava l’invasione domestica di un manipolo di idraulici delicati quanto un commando del KGB quando, inaspettato e sconvolgente, giunse il dispaccio telefonico della Tribuiani.

Giorgia Tribuiani, già autrice tra le file di Tespi Editore, interpretava anche il ruolo di editor. Fu la sua voce, allegra nonostante la solennità del momento, a comunicare a don Della Bella che il suo “Vangelo secondo Carlo” aveva vinto il concorso.

Punti di sospensione.

Il nostro visse giorni d’incredulità quasi solida, senz’altro stolida. Ci furono perfino momenti in cui, nella propria testa, si mise in dubbio non soltanto il significato delle parole udite al telefonino, ma anche che quella comunicazione ci fosse mai stata. Tre volte al giorno ci si collegava a www.tespi.it per leggere, nero su bianco o viceversa, una conferma scritta di tale prestigioso ma ancora incredibile evento.

Finalmente il sito venne aggiornato e, con esso, apparve il comunicato che sanciva, burocratizzava e rendeva ufficiale la vittoria di “Vangelo secondo Carlo”. A quel punto don Della Bella cominciò a sognare un brucio d’asfalto sulle autostrade che portano al limbo degli scrittori che pubblicano.

Non solo.

Pochi giorni dopo un messaggero postale consegnò a don Della Bella il contratto editoriale da controfirmare. Il matrimonio s’andava a fare. Era dai tempi de “I promessi sposi” che un italiano nato il 7 marzo non pubblicava un romanzo.

Tespi Editore non era Lucia Mondella, ma Giorgia Tribuiani forse è pure meglio.

1 commento:

dani045 ha detto...

Nove mesi di attesa... il tempo per dare alla luce una creatura... in questo caso un libro... e il sogno diventa realtà!