Alcuni signori librai hanno capito che un modo intelligente per aiutare la letteratura italiana consiste nell’adornare la propria vetrina con una manciata di copie del “Vangelo secondo Carlo” di Cristiano Della Bella, voce operaia prestata al thriller.
Perché il romanzo nero dalla copertina blu è bello da vedere, da toccare e, a volte, pure da leggere. Si tratta di un libro finto che parla di una storia vera oppure viceversa, un romanzo vero che tratta di una storia inventata.
Dipende dall’approccio.
Perché il romanzo nero dalla copertina blu presenta la costa nera con le scritte bianche che, infilata ad arte tra i volumi in libreria, conferisce all’arredamento quel non so che.
Di chic.
Perché il romanzo nero dalla copertina blu è stato scritto a Cuneo, edito e disegnato a Roma e stampato a Padova.
Unisce l’Italia.
Dunque, signori librai di tutto il Paese, non indugiate oltre. Senza il romanzo nero dalla copertina blu la vostra vetrina sembra davvero disperatamente vuota.
Di più.
Superflua.
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