Erano gli anni delle superiori, quando gli americani bombardavano Tripoli. Andavamo a scuola a Cuneo e un mio amico saliva alla fermata precedente.
Mi teneva il posto.
Poi, nel viaggio, parlavamo di cose da ragazzi. Tipo che a Lella le puzzava l’alito, che Marisa aveva le tette già cresciute e a Giovanna bastava un pinot per lasciarsi baciare.
Oppure sparavamo cazzate.
«Ieri il prof di filo ci ha raccontato di uno che si credeva dio», mi disse il mio amico una volta. «Nel senso che lui era convinto di essere dio e il mondo sarebbe soltanto un insieme di sensazioni visive, tattili eccetera, create dalla sua immaginazione.»
«Quindi, se Marisa non si lascia toccare le tette non è colpa sua che non ci sta ma della mia immaginazione che non vuole immaginare lei che ci sta con me!», realizzai.
Questa storia del tipo che si credeva dio mi è girata in testa per anni. Era malleabile, potevi farci quel che ti pare. Imbastire una barzelletta, scriverci una canzone, riempire le pagine di aneddoti. Poi un giorno, che avevo bisogno di una trama per un romanzo, ho pensato di provare ad utilizzarla.
Il risultato è “Vangelo secondo Carlo”.
Ogni tanto, comunque, quando viaggiavo in pullman verso Cuneo non avevo tempo di sparare cazzate perché dovevo ripassare. Ché a casa, di studiare, non ne avevo mica voglia.
Preferivo immaginare che la mia propria divina immaginazione mi mettesse davanti una bella gnocca con la voglia di fare cose hard core! Nel frattempo gli americani smisero di bombardare Tripoli e cominciarono a bombardare Bagdad, Belgrado e Kabul.
1 commento:
Ecco come da una piccola idea può nascere una cosa grande! L'immaginazione e la voglia di sognare è propria delle persone speciali!
Posta un commento